Lo slow pitch è una tecnica di pesca giovane che dal Giappone è arrivata in Italia negli ultimi dieci anni. Si tratta della naturale evoluzione del vertical jigging, ma più lenta rispetto a essa. Quest’ultima ruota attorno a jerkate che spingono l’artificiale verso l’alto, per poi discendere in profondità.
L’azione di pesca si basa su un ritmo lento, ma dinamico, fatto di “stop and go” mai scontati e prevedibili. L’obiettivo è quello di muovere l’artificiale in modo tale da imitare un pesciolino ferito. Questo movimento viene chiamato “foglia morta” ed è molto catturante. Grazie a questa disciplina possiamo pescare gli scorfani e altri predatori, ma anche grufolatori come le orate, gli occhioni e i pagelli. In questo articolo ci occuperemo dell’azione di pesca e delle migliori attrezzature per pescare a slow pitch. Slow Pitch: qual è l’azione di pesca? Iniziamo con il dire che questa tecnica è caratterizzata da una lenta discesa seguita a strattoni più o meno forti, in proporzione al peso dell’artificiale. Quando l’esca discende prende a ondeggiare, cioè a muoversi lateralmente andando a rallentare la sua discesa. Ciò è dovuto al fatto che lo slow pitch jig ha un baricentro centrale. Più l’esca scende, maggiore sarà il tempo necessario affinché arrivi al fondo. La discesa, poi, è influenzata anche dalla forma dell’artificiale, perciò ogni esca avrà un tipo diverso di affondamento.
Possiamo semplificare l’azione di pesca nel seguente modo: tenere l’artificiale Slow appeso alla lenza a precipizio sul fondo; reggere la canna a 90 gradi rispetto alla lenza; avvolgere il filo con un giro completo, mezzo dito o un quarto di giro: terminato il giro, la canna torna in posizione di riposo imprimendo all’artificiale un’accelerazione verso l’alto.
In altre parole, quando strattoniamo l’artificiale verso l’alto, questo si svincola dal filo, grazie all’accelerazione iniziale impressa dalla jerkata. Finita l’accelerazione entra in gioco la gravità, che fa ricadere l’esca che, intanto, si gira. Tutte le volte che si fa una jerkata, l’artificiale prende posizioni diverse. Quando il jig si mette in posizione orizzontale è più probabile che il pesce aggredisca l’esca. A questo punto dobbiamo lasciare che la canna agisca come una frusta . Nel momento in cui l’esca ritorna in basso, dopo l’accelerazione inflitta dalla canna, si gira in posizione orizzontale. In quell’attimo il pesce si allama per poi trovarsi penzoloni grazie alla jerkata improvvisa. Pertanto, è fondamentale che gli strumenti impiegati siano progettati seguendo questi principi.